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giovedì 8 dicembre 2011

FRIULI KAISER " tipica casa friuli " * BEFANA O VECCHIA MISERIA E CREDENZA “Così è se vi pare”aveva un cappotto grigio scuro, di quelle stoffe che si usavano una volta, fustagno*

BEFANA O VECCHIA MISERIA E CREDENZA
“Così è se vi pare”Tra gli usi e costumi di un popolo, notevole importanza rivestono i comportamenti e le credenze, che hanno a che fare con l’arcano mondo delle superstizioni, dell’occulto, del malocchio, delle fatture, ecc. Analizzando marginalmente tale materia, sembrerebbe che non sia tanta la gente disposta a credere a tali fenomeni, che possono essere di buono o di cattivo auspicio. Ma se si va un po più in dentro all’argomento e si fa una breve indagine, ascoltando direttamente la voce del popolo e degli anziani in particolare, si ha ragione di credere, che tale fenomeno non merita certamente di essere ignorato. Non per niente esiste un detto popolare molto conosciuto che così recita: “Nun ci cridiri, ma guardati”. Da ciò si evince che, se esiste tale detto, esiste anche, una buona parte di persone, che manifesta un certo timore quando si tratta di fatti misteriosi e fenomeni dell’occulto, che spesso, neanche la scienza sa spiegare.
D’altronde, tutti oggi assistiamo a programmi televisivi in diretta, dove operano sedicenti maghi, cartomanti e fattucchiere, ai quali arriva una mole di telefonate con richieste d’aiuto o di consigli, che superano ogni immaginazione.
Dopo queste brevi e semplici premesse è lecito pensare, che molte credenze popolari siano talmente radicate e diffuse tra la gente, da giustificare ampiamente i numerosi libri scritti in proposito, fin dai lontanissimi tempi del Medioevo.
“Così è se vi pare”, recita un noto racconto del grande drammaturgo agrigentino Luigi Pirandello, per cui, se il fenomeno esiste, non ci si può nascondere dietro falsi pregiudizi, facendo finta di ignorarlo e quindi, tanto vale parlarne, anche in linea generale e molto sinteticamente.
Tantissimi modi di fare, atteggiamenti e comportamenti della gente, risultano condizionati proprio da quelle credenze che vorrebbero ignorare, ma delle quali subiscono un inevitabile influsso. Credenze che, tramandate fino a noi, di generazione in generazione trovano spesso, terreno fertile per gran parte delle persone. E’ difficile, se non inevitabile, per chi sia a conoscenza del significato di tali credenze, anche se dice di non crederci, non restarne coinvolto.
Pertanto, succede spesso che, quando capita di trovarsi in determinate circostanze, ritenute pericolose, ecco che si agisce di conseguenza, a seconda della suscettibilità di ognuno. Qualche esempio può forse chiarire meglio il concetto; se una persona è a conoscenza di una certa superstizione, anche se si dice convinta che sia cosa del tutto ridicola, difficilmente si esime dall’adottare il rimedio conosciuto per scongiurare il “temuto” pericolo. Comunissimo il caso in cui, per distrazione o imprudenza si faccia cadere a terra o sulla tavola una bottiglia di olio: quasi nessuno, almeno dalle nostre parti, può fare a meno di porre rimedio all’accaduto versando sopra l’olio un pugno di sale, convinti, o perlomeno si crede, che ogni possibile male venga così scongiurato. Chi sa che un ombrello aperto dentro casa, porta male, non può fare a meno di chiuderlo, così come, molti evitano di passare sotto ad una scala a pioli appoggiata ad un muro. Altri temono se un gatto nero gli attraversa la strada, altri ancora cercano di evitare i numeri 13 o 17, peggio ancora se cadono di venerdì, per non parlare dell’antichissima convinzione che, di martedì e venerdì, non si devono intraprendere viaggi e non ci si deve sposare.
Questi sono solo alcuni degli innumerevoli casi in cui appunto, si può notare come, il comportamento della gente risulta notevolmente condizionato dalle tante superstizioni dure a morire.
Esistono anche, numerose situazioni che sono considerate di buon auspicio, come quella di mettere le margherite bianche e gialle, davanti all’uscio di casa, nella giornata del 1° Maggio, come tanti usano ancora oggi e che, personalmente spero che continui nell’avvenire, se non altro per dare colore e profumo alle nostre strade, con tanti bellissimi fiori che, spontaneamente rallegrano le nostre tiare dal fiul.
Tanti sono coloro che si rallegrano, se nella loro casa entra una farfalla o una “palummedda”, perché si pensa che ciò sia segno di buone notizie o di fortuna, e tanti ancora sono quelli che per un temuto pericolo recitano qualche scongiuro che li protegga. Non è raro infatti, che ancora oggi, qualche anziana donna, durante un brutto temporale o dopo avere appreso la notizia di qualche grave incidente pronunci frasi del tipo: , oppure “SenzE danE miO Gesù”.
Chi è convinto di essere “’nnucchiatu”, cioè fatto segno dal malocchio, spesso si tutela con vari amuleti, come: corni, ferri di cavallo, pezzetti di stoffa rossa, gobbetti, teste di aglio ed altri talismani, convinto di essere salvaguardato.
In tempi ormai lontani, erano considerati portafortuna anche, “li mennuli ‘ncucchiati”, cioè due mandorle unite a forma di corna, oppure un quadrifoglio o le corna scheletrite di un toro, che si appendevano su un muro della propria casa, spesso con un nastro di colore rosso.
Inoltre, alcuni rimedi per proteggersi da temute sventure o possibili inconvenienti, sono quelli di : toccare ferro quando si incontra un presunto jettatore o un carro funebre senza la bara, fare le corna con una o con tutte e due le mani, o addirittura per taluni uomini, toccarsi le parti intime, possibilmente di nascosto ed anche ridendoci su.
E’ forte anche la voglia di tanta gente di conoscere il proprio futuro, specialmente per le questioni che riguardano l’amore, la salute e il lavoro.
Anche in questo campo molti dicono di non credere a nulla, ma poi vanno a leggere tutti gli oroscopi che quotidianamente, giornali e televisioni ci propinano. Molto frequente è ancora la credenza che esista “la legatura”, cioè, che una persona si senta come oggetto di qualche sortilegio o che sia stata “fatturata” per cui, si ricorre direttamente a casa dei cosiddetti maghi, per esserne liberati. A questi si ricorre sia per cose molto banali, come la fortuna in amore o al gioco ed anche per casi di estrema disperazione, allorquando un congiunto, per una grave malattia è già stato dichiarato inguaribile dai medici e pertanto, destinato a morire. In questi estremi casi, sono ancora molte, purtroppo, quelle persone anche incredule, che per un inspiegabile rimorso di coscienza tentano questa ultima carta, con il risultato molto frequente, di constatare che, non solo si e’ sprecato tantissimo denaro, ma si e’ perduto ugualmente il congiunto. Si riportano, qui di seguito, alcune delle superstizioni più conosciute dalle nostre parti, ma che trovano riscontro, a volte con qualche variante, anche in altri posti del FRIULI VENEZIA GIULIA. Naturalmente si lascia ai lettori la piena e totale libertà di “credere o non credere” e si auspica nel contempo, che nessuno si lasci condizionare in alcun modo da ciò che leggerà.
La sequenza di superstizioni che segue vuole solamente essere un modo per incuriosire e far conoscere meglio uno degli aspetti più singolari, misteriosi e affascinanti, che ha contraddistinto tutti i popoli della terra dalle origini della vita e fino ai giorni nostri.

BEFANA O VECCHIA MISERIA E CREDENZA

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la beffane e il pignarûl (plurale pignarûi) se il fum al va a soreli a mont, cjape il sac e va pal mont; se il fum invezit al va de bande di soreli jevât, cjape il sac e va al marcjât ("se il fumo va a occidente, prendi il sacco e va per il mondo [emigra in cerca di lavoro]; se il fumo invece va a oriente, prendi il sacco e va al mercato"); e una variante del Veneto orientale: se le fuìsche le va a matìna, ciòl su'l sàc e và a farina; se le fuìsche le va a sera pàn e poènta a pièn caliera ("se le faville vanno a oriente, prendi il sacco e va a farina; se le faville vanno a occidente, pane e calderone pieno di polenta"). pìroła-pàrołavècia ("vecchia": le pire possono assumere la forma di un fantoccio), fogheradabubarata, nel basso Friuli e nel Veneto Orientale foghèra o casèraLa Befana, corruzione lessicale di epifania, da cui anche pefana attraverso bifanìa e befanìa.il 6 gennaio parti l ordine ... della fine dei Templari, al di là degli episodi sconcertanti che la caratterizzano, è la ...... il concilio di Troyes ha avuto luogo il 13 gennaio del 1129 e non del 1128, ...

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