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giovedì 16 febbraio 2012

Giulio Cesare a cavallo si ferma davanti al fiume Rubicone, si gira verso i soldati e grida: “Il dado è tratto! “ I soldati, sottovoce, sbuffano: “Uffa....anche oggi brodo!”

Il Rubicone un piccolo fiume ma grande nella storia, fu il confine tra l'Italia e la Gallia Cisalpina, si ricorda soprattutto per il gesto di Giulio Cesare che lo attraversò il 10 Gennaio nel 49 a.C. con metà legione di veterani (circa 1800 uomini), dove pronunciò la famosa “Alea iacta est” – “Il dado è tratto”, e lo passò divenendo così nemico di Roma diede quindi inizio alla prima guerra civile. 
Il fiume Rubicone infatti delimitava un’area geografica interdetta a forze militari: chi la violava era considerato un nemico. La frase con cui Cesare decise il suo destino, quello di Roma e soprattutto quello della Repubblica fu pronunciata proprio nella nostra terra… la Romagna!
Grosso modo è questo che la storia ufficiale ci hanno sempre venduto. Oggi veniamo a sapere che è una panzana.
Quelli di Savignano ci hanno fregato per circa tre quarti di secolo, colpa una raccomandazione (tutto molto all’italiana) di Benito Mussolini, che pose fine nel 1933 alla controversia sul nome attribuendo, a Savignano lo storico fiume.
La patacca ha resistito fino a pochi giorni fa, quando è uscita la pubblicazione “Arte e Storia nella Valle del Senio a cura del Lions Club Valle del Senio. Dove Paolo Grandi, appassionato ricercatore storico, afferma. “Il fiume varcato da Giulio Cesare nel 49 a.C. sarebbe stato il Senio”. La tesi regge sul fatto che i confini tra L’italia e la Gallia Cisalpina a Nord, corrispondeva al confine fra i Galli Senoni e i Galli Boi che era sul Senio. Il Rubicone, un breve rigagnolo insignificante, facilmente valicabile, non fu mai confine naturale.

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