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lunedì 5 dicembre 2011

KRAMPUS E SATIRI in terra del friuli-casa vacanze friul kaiser tipica casa friuli

 paure ancestrali, che fanno parte della nostra "natura umana", come la paura del buio.

E' normale aver "paura" ( o meglio, ribrezzo, schifo..... disgusto) verso questi animali o uomini? Alla fine sono solo animali 


Secondo me è nell'indole umana aver paura di ciò che non si conosce.

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 La cosa si manifesta di più nelle donne perchè le donne come tutti sanno sono molto più prudenti degli uomini.

'essere umano, avvolte mi fa paura e spesso mi fa schifo

ad esempio la paura del buio, specie per i piccoli...o ad esempio noi proviamo paura se ci troviamo in un parco di notte e c'è la nebbia..anche se non c'è alcun pericolo...ma quali sono altri generi di queste paure?(non dovute a traumi)

paure  e fobie sono davvero molte,abbiamo pure tutte quelle fobie che avranno pure un senso, nella vita selvatica ci salverebbe da morte certa esempio,la paura o schifo dei ragni e rettili ci tiene lontano da morsi, fidati è scientificamente provato che esiste una traccia genetica o memoria che sa riconoscere le situazioni potenzialmente pericolose,pure io ho paura del buio e chi mi dice che un giorno mentre scendo in cantina al buio perchè penso di conoscerla come le mie tasche qualcuno sistema male un ferro e mi fa cadere?e una volta non uscivamo dalle caverne senza torcia perchè eravamo braccati da animali che oltre alla vista si affidavano ad altri sensi per cacciare, fondamentalmente queste paure o fobie esistono ancora nei nostri geni.

krampus Che cosa è esattamente la paura? Un meccanismo innato di difesa di fronte a un pericolo, oppure un prodotto dell'ambiente? Esistono paure "normali" e paure pericolose per l'equilibrio della personalità? Come reagisce alla paura l'uomo moderno? Fino a che punto la paura entra nella patologia? In che modo il potere ha usato e usa la paura come strumento di controllo? Il volume esamina le risposte che a questi interrogativi forniscono la biologia, l'antropologia, la sociologia, la psicologia e la psicoanalisi. Nel "gioco degli specchi" della paura, è ancora possibile "giocare" con questa emozione, come appare, ad esempio, nei racconti e nei film dell'orrore. E la capacità di intrattenersi con la paura riuscendo a dominarla è anche un aspetto del coraggio, l'esito positivo della paura. L'autrice definisce il coraggio come la capacità di guardare con atteggiamento razionale alla vita e soprattutto agli aspetti di cui ci sfuggono le cause. Il coraggio come conoscenza di ciò che dobbiamo temere o sperare, più che una "scienza dei mezzi", dovrà essere una "scienza dei fini", dei valori, di ciò che è degno o non degno di essere intrapreso: saggezza morale, o scienza di quando e perché può valere la pena di rischiare.

krampus in friuli È dunque possibile studiare la paura, oltre che sul piano psicologico o antropologico, anche sotto il profilo storico? Nonostante la paura rappresenti una costante nell'evoluzione umana, questo tema è stato oggetto di un numero relativamente limitato di studi a carattere storiografico. È stata la scuola francese delle Annales , con il lavoro di Georges Lefebvre sulla Grande paura del 1789 e con un saggio di Lucien Febvre dedicato al senso di insicurezza e alla paura, pubblicato nel 1956, a sollevare questo tema (pp. 244-247). La maggioranza degli studi ha tuttavia generalmente privilegiato il periodo preindustriale ( Guidi, Pelizzari, Valenzi 1992) . Uno studio sistematico della Paura in occidente dalla metà del XIV secolo fino alla metà dei Seicento è stato ad esempio realizzato da Jean Delumeau (1979), che ha riletto questo tema ponendo al centro della sua analisi il tema della ?crisi della coscienza europea? in questi secoli e l'impianto morale e teologico della religione cristiana. In particolare, Delumeau (1987) ha sottolineato l'importanza della presenza, accanto ?al ?timore' allo ?sbigottimento', al ?terrore', e allo ?spavento', che erano suscitati dai pericoli esterni di qualsiasi specie? di elementi quali ?l'?orrore' del peccato e la ?ossessione della dannazione'?. Evidenziando elementi comuni e differenze tra le paure dei cattolici e quelle dei protestanti, l'impostazione di Delumeau tende quindi ad incanalare la paura nell'ambito più ampio di una ?storia culturale del peccato?. La ?religione dell'ansia? (Arapura 1975) di cui l'Occidente cattolico e protestante si fecero portatori, è tuttavia insufficiente a spiegare molte delle nuove paure del mondo occidentale seguite alla nascita delle società industriali. L'avvento del progresso e le scoperte tecnologiche anziché fugare il senso di paura hanno semmai moltiplicato i timori e le insicurezze (Ricossa 1990). Il ?disagio della civiltà?, come lo definì Freud in un suo saggio del 1929, non si attenuato con la modernità ma è semmai cresciuto (Freud 1978).

KRAMPUS Questa vecchia filastrocca risuonava un tempo per le vie di TARVISIO  e dei paesi circostanti, la sera del 5 dicembre, giorno che precede la festa di S. Nicola … quasi un preludio, per il Trentino, di momenti festosi ben più importanti come il giorno di S. Lucia o il giorno di Natale, da sempre deputati alla gioiosa distribuzione di doni ai bambini.
Basta tuttavia spostarsi un po' più a nord ed ecco che il timido scampanellio si trasforma in una notte "magica" evocatrice di misteri e paure ancestrali, in cui si scontrano potentemente il male ed il bene ed in cui alla fine, diciamo all'alba appunto del sei dicembre, il bene trionfa cacciando le tenebre ed i fantasmi della notte e lasciando regali e dolci per i bimbi più buoni.
Il bene è impersonificato in S. Nicolò, S. Nikolaus per la lingua tedesca: figura importantissima per il culto cattolico, probabilmente collegato storicamente ad un vescovo di Myra, in Asia minore, vissuto durante il V secolo. 
S. Nikolaus indossa sempre l'abito talare, porta la mitra (il classico copricapo vescovile e cardinalizio) e tiene in mano un grande pastorale, il bastone ricurvo simbolo del potere vescovile. Il Santo usa distribuire caramelle e sacchettini contenenti dolci ai bimbi; a volte, a seconda delle tradizioni locali, può essere accompagnato da angeli oppure da una figura impersonificante un moro; sempre è accompagnato o preceduto da un chiassoso corteo simbolizzante il male. 
Il male è rappresentato dai Krampus, sorta di figure diaboliche spesso munite di campanacci e sempre dotati di particolari "frustini" composti da fasci di rami, coi quali terrorizzano e percuotono chiunque capiti loro a tiro; i Krampus hanno spesso grosse maschere mostruose sormontate da corna, oppure lunghe parrucche nere e la faccia sporca di fuliggine ed emettono urla spaventose e suoni gutturali.
Vediamo come e dove, a cavallo delle Alpi, in Italia o vicino ad essa, si vive più intensamente questa tradizione.




Krampus (sinistri personaggi che affiancano Nikolaus, coperti di pellicce e abiti scuri, il cui compito è punire i bambini cattivi) visti in Austria, che collega ai Mamuthones e alle loro danze, 





L'origine dei kurenti si perde nella notte dei tempi. Sono parenti dei Krampus austriaci, dei mamuthones sardi, dei rollate sappadini: figure antiche, dense di significati simbolici. Esseri spaventosi, capaci di allontanare gli spiriti cattivi dell'inverno dai paesi e dai campi con le loro grida, con il ritmo infernale delle campane che portano in vita, con la selva di colori dei nastri che alcuni sfoggiano tra le corna. Per far spazio alla primavera, al ritorno della luce e del tepore, al germogliare della natura.













Krampus in FRIULI VENEZIA GIULIA  Austria, Ungheria, Slovenia e Croazia e alcune regioni vicine; Klaubauf nella Germania meridionale, PelzebochPelznickelBelzenigglBuzebergtRumpelklasBellzebubHans MuffHanstrapp o Drapp (in varie regioni della Germania, dell’Austria, della Svizzera, del nord Italia, della Francia orientale e di paesi al confine con la Germania) e Le Père Fouettard nella Francia settentrionale.

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