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sabato 4 febbraio 2012

MASTER OF FOOD --"FRIUL KAISER casa vacanze tipica casa friuli*

MASTER OF FOOD__

Friuli Venezia Giulia

Il Friuli Venezia Giulia è la regione autonoma più a est del territorio italiano e confina a nord con l’Austria, a est con la Slovenia, ad ovest con il Veneto e a sud con il mare Adriatico, ed è formata dalle province di Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste. È suddivisa in due entità distinte, il Friuli con Pordenone, Udine e Gorizia, e la Venezia Giulia con la provincia di Trieste. Sul suo territorio si estendono le Dolomiti Friulane, paradiso di escursionisti ed alpinisti.
Il Friuli Venezia Giulia è prevalentemente montuoso e le montagne occupano la parte settentrionale. La catena, che fa da confine naturale con l’Austria e il Veneto, è costituita dalle Alpi Carniche e da un breve tratto di Alpi Giulie. Nelle prime si inseriscono anche Prealpi Carniche, di cui fanno parte le Dolomiti Friulane, riconosciute patrimonio dell’umanità, un luogo in parte sconosciuto, amato da alpinisti ed escursionisti. Tra queste montagne si nascondono alcune aree particolarmente interessanti dal punto di vista turistico e culturale: Piancavallo, il Monte Zoncolan, il Tarvisiano, Sella Nevea, mete invernali per lo sci, e la magica regione della Carnia, nonché l’aspro territorio del Carso.
Diversi sono i passi del Friuli Venezia Giulia, di cui ricordiamo il Passo di Fusine e di Predil che collegano l’Italia alla Slovenia, il Passo di Monte Croce Carnico che porta in Austria e il Passo della Mauria che la mette in comunicazione con la provincia di Belluno.
Un paesaggio molto variegato costituito oltre che dalle montagne, dalla pianura ben curata caratterizzata da fiumi, tra cui i più importanti sono il Tagliamento, il Livenza e l’Isonzo, laghi e risorgive. E da centri abitati di medio grandi dimensioni, alcuni delle opere d’arte ricche di tesori: Palmanova, Aquileia, Cividale, Gorizia … A sud troviamo invece il mare Adriatico, con il porto di Trieste e la laguna di Marano, Grado e Lignano Sabbiadoro. Un territorio tutelato da diverse aree protette, come il Parco delle Dolomiti Friulane, il Parco delle Prealpi Giulie e numerose riserve marine e non.
Nel Friuli Venezia Giulia si parla prevalentemente italiano, a cui si affiancano altri idiomi tutelati dalla legge statale 428/99, come la lingua friulana, lo sloveno e il tedesco della Val Canale e dei comuni di Sauris e Paluzza. La regione è stata istituita nel 1948 e nel 1963 è diventata a statuto speciale..by friul  kaiser.

AQUILEIA SECONDA ROMA SENZA PAPA FRIULI ITALIA FRIULI VENEZIA GIULIA

AQUILEIA..SECONDA  ROMA SENZA PAPA...
Nove euro per visitare Aquileia. È la tariffa del nuovo ticket integrato che ieri ha ottenuto il nulla osta dal Ministero per i beni culturali e che, se non ci saranno intoppi, verrà introdotto il prossimo primo di aprile. Come anticipato nei giorni scorsi, ieri il Comitato regionale dei servizi di biglietteria si è riunito a Trieste per approvare o meno la proposta di biglietto unico inoltrata dalla Soprintendenza, dalla Fondazione Aquileia e dalla Società di conservazione della basilica (Socoba).
Il “Comitato biglietti”, organo consultivo interno al Ministero che fa capo alla Direzione dei beni culturali del Friuli Venezia Giulia, ha così approvato il progetto di istituire il biglietto integrato per visitare Aquileia, che era stato proposto dai tre enti gestori delle aree a pagamento: la Cripta degli affreschi, la Cripta degli Scavi e il Campanile della basilica di Popone che fanno capo alla Socoba dell’Arcidiocesi di Gorizia; la Sud Halle (inaugurata a maggio scorso per la visita del Papa dalla Fondazione Aquileia) e infine il Museo archeologico nazionale, da sempre della Soprintendenza regionale. Seppur di pochi centesimi, il biglietto unico risulta più conveniente dei 9 euro e 70 che si pagano per accedere nelle singole aree a pagamento: 3 euro per le Cripte, 1 e 20 per il Campanile, 4 per il Museo, 1 e 50 per la Sud Halle, il cui ingresso alla fine dell’anno scorso era stato reso gratuito in via sperimentale fino al 31 marzo. Rimangono ad accesso libero il Museo paleocristiano (ancora chiuso nonostante siano finiti i lavori al piano terra) e le aree archeologiche all’aperto.
«Il Paleocristiano è sempre stato gratuito – spiega la direttrice Paola Ventura – e introdurre ora un biglietto sarebbe stato penalizzante, mentre nelle aree archeologiche la novità avrebbe reso necessario un servizio di sorveglianza, più costoso degli introiti del biglietto e quindi poco conveniente». La direttrice del Museo fa poi notare che la tariffa di 9 euro non si discosta poi molto da quella introdotta con successo a Cividale: era proprio in base a questo “precedente” che i tre proponenti speravano in un responso positivo da parte del Ministero. L’iter burocratico non si è tuttavia ancora concluso. La direttrice Ventura puntualizza che la legge prevede venga coinvolta anche la Regione, la quale avrà il compito di sottoscrivere l’accordo tra Soprintendenza, Socoba e Fondazione Aquileia. Il passaggio avvenuto ieri resta infatti interno al Ministero e prassi vuole che anche Socoba e Fondazione Aquileia dicano formalmente “sì” alla proposta che hanno lanciato insieme ai soci. «Ad ogni modo, salvo cambi di marcia – chiosa l’archeologa Paola Ventura – l’auspicio è di arrivare a una soluzione al massimo entro un mese e di introdurre il nuovo biglietto integrato prima di Pasqua»  FEATURING  BY  FRIUL  KAISER TIPICA.CASA FRIULI  UDINE  ITALIA

venerdì 3 febbraio 2012

montagna “tipicamente” friulana tipicamente feat.tipica casa friuli by friul kaiser

 “Alpi”, “Carniche” e “Giulie” l’esistenza delle sole Dolomiti Friulane in tutto l’arco montano del Friuli Venezia Giulia 

COSA È SUCCESSO A PORZÛS FAEDIS FRIULI VENEZIA GIULIA ITALIA_O MALGHE DI TOPLI UORK feat. by friul kiaser




La trattazione intende ricostruire con rigore storiografico la sequenza degli eventi, gli antefatti, i retroscena, le azioni e i destini dei personaggi coinvolti nella vicenda. Sarà un’occasione per approfondire la conoscenza degli avvenimenti che sono accaduti nelle nostre zone, operata da uno studioso che al rigore storico unisce la libertà da ogni implicazione ideologica. Per tutti sarà un momento di approfondimento per comprendere quei fatti che hanno prodotto divisioni e lacerazioni nella Resistenza friulana. La ricostruzione sarà arricchita dalla proiezione di immagini.,,FACTORY   FRIUL KAISER TIPICA CASA FRIULI piano delle farcadizze faedis  udine italia__FEATURING BY  FRIUL  KAISER,  Nella storia della guerra di liberazione, la situazione nelle estreme propaggini nord-orientali dell'allora territorio italiano presenta delle caratteristiche del tutto peculiari. Abitata in parte da popolazioni slovene - ampiamente maggioritarie in varie zone - comprende al proprio interno anche una regione denominata Slavia veneta(in sloveno Benečija) appartenuta per secoli alla Repubblica di Venezia e incorporata al Regno d'Italia fin dal 1866. In questo contesto geografico operarono contemporaneamente tre tipologie di formazioni partigiane: gli sloveni del IX Korpus, fortemente organizzati ed inseriti all'interno dell'Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia (EPLJ), alcune Brigate Garibaldi, fra le quali in particolare quelle inserite nella Divisione Garibaldi Natisone, di osservanzacomunista, e le Brigate Osoppo, di varia ispirazione: laica, azionista, liberale, socialista e cattolica. Tutte le terre ad oriente del fiume Isonzo - e comunque ovunque vivesse una componente etnica slovena, compresa quindi la Slavia veneta - vennero reclamate dalla nascente Jugoslavia di Tito fin dalla fine del 1941, e dichiarate ufficialmente annesse alla Jugoslavia nel settembre del 1943Nell'ambito di tali territori, gli jugoslavi pretesero di avere il comando di tutte le operazioni militari, sottoponendo all'EPLJ qualsiasi altra formazione combattente, nel rispetto di quanto aveva stabilito a seguito di precisa richiesta di Tito il segretario del Komintern Georgi Dimitrov in una lettera del 3 agosto 1942, che aveva sancito per tutta la Venezia Giulia la sottomissione delle strutture del PCI al Partito Comunista Sloveno (PCS), e di tutte le strutture combattenti in zona al Fronte di Liberazione Sloveno[3]. L'obiettivo dei partigiani jugoslavi fu quindi quello di creare una serie di fatti compiuti per sostanziare le proprie rivendicazioni territoriali, eliminando ancora nel corso delle operazioni belliche ogni opposizione - reale o potenziale - a tale disegno. Lo sloveno Edvard Kardelj - uno dei più importanti collaboratori di Tito - in questo senso fu categorico: in una lettera a Vincenzo Bianco - prescelto personalmente da Togliatti come delegato del PCI presso il Fronte di Liberazione Sloveno - del 9 settembre 1944 scrisse che all'interno delle formazioni partigiane italiane occorreva "fare un repulisti di tutti gli elementi imperialisti e fascisti". Con riferimento alle zone di operazioni del IX Korpus, così proseguiva: "Non possiamo lasciare su questi territori nemmeno un'unità nella quale lo spirito imperialistico italiano potrebbe essere camuffato da falsi democratici", ed auspicò il passaggio dell'intera regione alla nuova Jugoslavia: "Gli italiani saranno incomparabilmente più favoriti nei loro diritti e nelle condizioni di progresso di quel che sarebbero in un'Italia rappresentata da Sforza". Rispetto alla Osoppo, rilevava che fosse "sotto una forte influenza di diversi ufficiali badogliani e politicamente guidata dai seguaci del Partito d'Azione".

La Divisione Garibaldi Natisone obbedì quindi all'ordine di entrare nell'EPLJ, inoltrato il 19 ottobre 1944 da Togliattia Bianco, col quale si comandava altresì di "favorire in tutti i modi l'occupazione della regione giuliana da parte delle truppe del maresciallo Tito"[7]. Togliatti scrisse anche di proprio pugno il testo dell'ordine del giorno che i garibaldini avrebbero dovuto adottare:
« I partigiani italiani riuniti il 7 novembre in occasione dell’anniversario della Grande Rivoluzione[8] accettano entusiasticamente di dipendere operativamente dal IX Corpus sloveno, consapevoli che ciò potrà rafforzare la lotta contro i nazifascisti, accelerare la liberazione del Paese e instaurare anche in Italia, come già in Jugoslavia, il potere del popolo[9]»
Pur senza mai fare esplicitamente il nome delle Brigate Osoppo, Togliatti dispose altresì che:
« (...) i comunisti devono prendere posizione contro tutti quegli elementi italiani che si mantengono sul terreno e agiscono in nome dell'imperialismo e nazionalismo italiano e contro tutti coloro che contribuiscono in qualsiasi modo a creare discordia tra i due popoli[10] »
Di conseguenza, dagli ultimi mesi del 1944 la divisione Garibaldi Natisone si sottomise al comando del IX Korpus: ma invece di rimanere a combattere nel territorio nazionale, a fine anno venne trasferita all'interno della Slovenia, ritornando in Italia solo alla fine di maggio del 1945. I comandi della Osoppo invece rifiutarono, affermando di voler fare riferimento sempre ed unicamente alle strutture direttive del Comitato di Liberazione Nazionale italiano. Questa situazione portò a una spaccatura all'interno delle forze partigiane italiane nella regione, che via via assunse sempre più le forme di una radicale disputa ideologico-politica.
Tale disputa aveva conosciuto uno dei suoi momenti di culmine ancora ad agosto del 1944, con la destituzione dei comandi della Osoppo operata dal CLN udinese e dal Comitato Regionale Veneto e dalla loro sostituzione col seguente organigramma: al comando l'azionista Lucio Manzin "Abba", suo vice il comunista Lino Zocchi "Ninci" - già comandante della brigata Garibaldi Friuli - commissario politico il comunista Mario Lizzero "Andrea" - già commissario politico delle brigate Garibaldi Friuli - vicecommissario l'azionista Carlo Commessatti "Spartaco". Le formazioni della Osoppo reagirono con molta decisione, destituendo a loro volta i comandanti designati e rimettendo al loro posto i precedenti: Candido Grassi "Verdi" e il sacerdote Ascanio De Luca "Aurelio"[11].

Le pressioni slovene 

Nella seconda metà del 1944 si moltiplicarono le pressioni slovene sui comandi osovani, contestualmente ad una serie di accuse - sia da parte slovena che garibaldina - di cointeressenze della Osoppo con nazisti e fascisti, con i quali sarebbero stati presi accordi in funzione antipartigiana, di inserimento nelle proprie file di ex fascisti, di protezione di spie, furti di materiale e addirittura di collaborazione nell'omicidio di partigiani garibaldini[]. A queste accuse, il comando della Osoppo replicò con una lunga serie di relazioni scritte, nelle quali si denunciava il fortissimo contrasto che contrapponeva i propri reparti ai garibaldini e agli sloveni del IX Korpus, una serie di incidenti a scapito degli osovani e le forti pressioni che continuavano ad esser esercitate per il passaggio della Osoppo alle dipendenze dei comandi sloveni, sia da parte di questi ultimi che da parte del comando della Garibaldi Natisone, pressioni accompagnate da varie minacce[]. Nello stesso periodo diversi esponenti comunisti triestini di sentimenti filoitaliani, che allo stesso modo avevano espresso dubbi sulla futura appartenenza della città alla Jugoslavia, vennero arrestati dai tedeschi, probabilmente in seguito a delazioni[. A dicembre gli sloveni fecero pressioni sulla Garibaldi Natisone - senza esito - perché agisse contro il comando osovano di Porzûs].
Un membro della missione inglese del SOE (Special Operations Executive) - Michael (o Nicolas) Trent - che nello stesso periodo aveva deciso di tentare una mediazione con i comandi del IX Korpus, fu ucciso in circostanze non chiare[16]. Il 1 gennaio 1945, venne organizzato un incontro nella località di Uccea (comune di Resia) fra Romano Zoffo "Livio" - già comandante della II Brigata Osoppo, in quell'epoca impegnato nell'organizzazione della VI Brigata Osoppo e in particolare del Battaglione Resia - e il commissario politico sloveno del Battaglione Rezianska, accompagnato da due ufficiali. In tale occasione, gli sloveni affermarono che:
« la nostra presenza in Val Resia è dovuta puramente a ragioni politiche. Indubbiamente il destino di questa striscia di territorio sarà deciso da un plebiscito che sarà tenuto in presenza delle nostre forze armate, per cui il risultato può essere considerato certo.  Non possiamo permettere la presenza di partigiani italiani in Val Resia finché il nostro Alto Comando non ci dà il permesso. La presenza di partigiani italiani danneggerebbe la nostra propaganda. Possiamo risolvere i nostri problemi di confine con un accordo reciproco. D'altro canto, non è impossibile che un giorno ci giunga l'ordine di disarmare le formazioni Osoppo nei dintorni della Val Resia. Per evitare una crisi tra noi, le formazioni Osoppo dovrebbero seguire l'esempio dei garibaldini e venire sotto di noi. La Gran Bretagna, nella quale riponete tanta fiducia non vi aiuterà certamente in futuro.  La Gran Bretagna sarà il nemico del domani e il suo sistema capitalista deve sparire. Sull'esempio della Grecia, le formazioni garibaldine che hanno accettato di dipendere dagli sloveni rappresenteranno la Elas dell'Italia.[»

L'eccidio 



45 un gruppo di partigiani comunisti forte di circa cento unità appartenenti ai battaglioni GAP "Ardito", "Giotto", "Amor" e "Tremenda"] capeggiati da Mario Toffanin"Giacca", raggiunse il comando del Gruppo delle Brigate Est della Divisione partigiana Osoppo, situato presso alcune malghe in località Topli Uork (in seguito la zona divenne più nota con il toponimo di Porzûs, dal nome della vicina frazione dove viveva il proprietario delle malghe stesse), nel comune di Faedis nel Friuli orientale. L'ordine ai gappisti era pervenuto dal vicesegretario della federazione del PCI di Udine - Alfio Tambosso "Ultra" - il 28 gennaio 1945 in questi termini:
« Cari compagni, vi trasmetto, per l'esecuzione, l'ordine pervenuto dal superiore comando generale. Preparate 140-150 uomini, completamente armati ed equipaggiati, con viveri a secco per tre quattro giorni, da porre alle dipendenze della divisione "Garibaldi Natisone" operante agli ordini del Maresciallo Tito. Vi raccomando la precisa esecuzione del presente ordine, che ha carattere di estrema importanza per il prossimo avvenire. Non appena gli uomini saranno pronti, mi avvertirete immediatamente. Provvedete ad eseguire rapidamente e cospirativamente. Gli uomini dovranno sapere solo quando saranno in viaggio. Quando verrò da voi, e cioè fra qualche giorno, spiegherò meglio ogni cosa. Ricordate che ne va del buon nome dei GAP e che essa è della massima importanza. L'armata rossa gloriosa avanza e i tempi stringono[]»
Successivamente alcuni gappisti testimonieranno di non aver compreso il motivo della missione fino agli istanti precedenti l'eccidio.
La Brigata Osoppo ospitava Elda Turchetti "Livia", una giovane donna che Radio Londra aveva indicato come spia], dopo che alcuni informatori inglesi avevano avuto segnalazioni su una sua presunta amicizia con soldati tedeschi. Secondo alcune ricostruzioni, la Turchetti si era consegnata spontaneamente alla Osoppo per farsi giudicare[21], ma altri affermano che la ragazza - avendo appreso delle accuse che le erano state rivolte - si fosse rivolta al suo conoscente partigiano garibaldino Fortunato Pagnutti "Dinamite", che l'aveva condotta dallo stesso Toffanin, il quale a sua volta l'aveva consegnata al capo della polizia interna della Osoppo - Tullio Bonitti - che alla fine la condusse alle malghe di Topli Uork[. Qui, dopo alcuni mesi di custodia, era stata ritenuta innocente in un processo tenutosi il 1º febbraio 1945. Il rifugio dato a Elda Turchetti fu in seguito indicato - nelle varie e spesso contraddittorie ricostruzioni di Toffanin - come casus belli per l'azione dei partigiani garibaldini[24]. Successivamente all'eccidio, Toffanin accusò inoltre la Osoppo di aver osteggiato la politica di collaborazione con ipartigiani jugoslavi, di non aver redistribuito agli altri gruppi partigiani delle armi che venivano fornite alla Osoppo dagli angloamericani e di aver collaborato con elementi della Xª Flottiglia MAS e del Reggimento alpini "Tagliamento", appartenenti alla RSI. Secondo le direttive del Comando generale del Corpo volontari della libertà del Nord Italia, emanate nell'ottobre 1944, ogni forma di collaborazione con i soldati della RSI e con le forze germaniche era da considerare come tradimento da punire con la condanna a morte, ma dalle ricostruzioni del dopoguerra risultò che era sempre stata la Xª Flottiglia MAS a cercare degli accordi con la Osoppo per opporsi alle mire jugoslave sui territori orientali italiani, ottenendone però sempre un rifiuto.[25]
La ricostruzione dettagliata dello svolgimento dell'operazione gappista è stata fornita nel corso dei processi e poi ripresa in alcune pubblicazioni[26]: la colonna raggiunse l'abitato di Porzûs e poi si divise in gruppi, che raggiunsero le malghe di Topli Uork in momenti diversi. Per superare i posti di guardia osovani senza creare scompiglio, affermarono d'essere partigiani sbandati a seguito di un rastrellamento, e in parte dei civili fuggiti da un treno che li portava in Germania, attaccato dall'aviazione alleata. Un gruppo di garibaldini si spacciò per osovano. Il messaggero del gruppo agli ordini di Toffanin fu lo stesso Pagnutti "Dinamite" che aveva portato Elda Turchetti da Toffanin: un partigiano del quale sia i garibaldini che gli osovani si fidavano, avendo già svolto incarico di staffetta fra i due reparti. Un osovano di guardia venne spedito a Topli Uork ad informare Francesco De Gregori "Bolla"]- comandante del Gruppo delle Brigate Est della Divisione partigiana Osoppo - che inviò sul luogo il commissario politico del reparto - appartenente al Partito d'Azione - Gastone Valente "Enea". Questi ordinò di separare i presunti osovani dai garibaldini, volendo inviare i secondi al vicino reparto garibaldino di Canebola (una frazione di Faedis). Durante quest'operazione si palesò "Giacca", che fece immediatamente arrestare tutti gli osovani presenti e mandò poi un suo uomo a chiamare "Bolla", che stava in una baita ad una certa distanza. Al suo arrivo venne immediatamente arrestato. A questo punto, "Giacca" fece rastrellare la zona, catturando un altro gruppo di osovani in una malga vicina. Nel contempo, un reparto al comando di Vittorio Juri "Marco" si occupò di raccogliere tutto il materiale presente a Topli Uork.
Francesco De Gregori "Bolla" venne subito ucciso, insieme a Gastone Valente "Enea", al giovane partigiano Giovanni Comin "Gruaro", che si trovava in zona perché voleva arruolarsi nella brigata[28], e a Elda Turchetti. Dalle risultanze processuali, risultò che De Gregori venne ucciso all'arma bianca con lo sfondamento del cranio, probabilmente per evitare il rumore delle armi da fuoco]. Aldo Bricco "Centina", futuro comandante designato della formazione e a Topli Uork per il passaggio delle consegne con De Gregori, riuscì rocambolescamente a fuggire: apertosi un varco a forza fra i gappisti, si lanciò di corsa dal costone del monte innevato; ferito da sei colpi di arma da fuoco venne ritenuto morto, ma riuscì a trascinarsi fino al vicino paese di Robedischis, dove si fece medicare da alcuni partigiani sloveni, avendo loro raccontato d'esser stato ferito in uno scontro con i fascisti[30]. Tredici o quattordici altri partigiani furono imprigionati e fucilati nei giorni successivi dopo processi sommari, nelle località limitrofe di Bosco Romagno, Ronchi di Spessa, Restocina e Rocca Bernarda (Prepotto): tra questiGuidalberto (Guido) Pasolini "Ermes", fratello di Pier Paolo. Ne vennero risparmiati due - Leo Patussi "Tin" e Gaetano Valente "Cassino" - che passarono nei GAP. Questi ultimi, assieme al Bricco, furono dopo la guerra fra i principali accusatori di Toffanin e compagni nei vari processi che si svolsero fra Udine, Venezia, Brescia, Lucca e Firenze.
Altri tre osovani - Antonio Turlon "Make" (in altre fonti "Macche" o "Macché"), Annunziato Rizzo "Rinato" e Mario Gaudino "Vandalo" - erano invece stati fatti prigionieri il 16 gennaio 1945 da una pattuglia del IX Korpus sloveno in località Platischis (comune di Taipana, provincia di Udine), e fucilati successivamente (forse ad aprile del 1945) nella località di Spessa nel comune di Cividale: il nome di battaglia di tutti e tre appare nella lapide in memoria dei trucidati murata a Topli Uork, mentre il nome dei soli Turlon e Rizzo appare nel cippo "Ai Martiri della Osoppo" di Bosco Romagno (Cividale)[31]. Secondo alcune ricostruzioni, un partigiano sfuggito all'eccidio sarebbe stato Erasmo Sparacino "Flavio", catturato però in seguito dai tedeschi e fucilato a Cividale il 12 febbraio 1945: il suo nome appare comunque in entrambi i memoriali di cui sopra.

Le vittime 

Si riporta l'elenco completo degli osovani sicuramente trucidati dai partigiani di Mario Toffanin "Giacca", comprendendo fra questi anche Elda Turchetti ed Erasmo Sparacino, probabilmente sfuggito all'eccidio,.FAEDIS. Sarebbe il simbolo dell’abbraccio di tutta l'Italia a queste terre martoriate: così, ieri, a Canebola, l’assessore regionale Riccardo Riccardi ha ufficialmente annunciato l’invito del presidente della Regione, Renzo Tondo, al presidente Giorgio Napolitano affinchè venga personalmente a Porzûs. «Attendiamo con impazienza – ha spiegato – il pellegrinaggio del Presidente della Repubblica e mi auguro che ciò possa avvenire già questa primavera, nel mese di maggio, per dare il riconoscimento di monumento nazionale alle nostre malghe».
L’invito è condiviso dal sindaco di Faedis, Cristiano Shaurli, che ha così commentato a margine della cerimonia: «Avevo invitato anch’io, a nome dell’amministrazione comunale, il presidente Napolitano. Credo che sarebbe una soddisfazione e che questo passo, soprattutto, sancirebbe un percorso di presa di coscienza vera rispetto all’eccidio di Porzus, ma anche dell’eccezionalità dell’esperienza della Resistenza in questi territori. Penso non ci sia figura più adatta, per questo, del Presidente Napolitano».
Si è trattato di uno dei momenti più significativi della cerimonia di commemorazione dell’eccidio partigiano di Porzûs, avvenuto il 7 febbraio 1945. La manifestazione si è tenuta ieri mattina, in piazza a Faedis e quindi nella chiesa di Canebola, alla presenza di molte persone. Tra le autorità presenti, gli onorevoli Angelo Compagnon, Ivano Strizzolo, il senatore Carlo Pegorer, i consiglieri regionali Franco Iacop e Roberto Novelli, il presidente della Provincia Fontanini, il sindaco di Attimis, Sandro Rocco, diversi primi cittadini e rappresentanti dei Comuni della zona. Erano presenti i gonfaloni dei Comuni di Attimis, Faedis e Udine, i labari dell’Apo e della Fivl, numerosi gagliardetti di associazioni dal Triveneto.
«Dobbiamo impegnarci – ha esortato Shaurli nel suo intervento – perchè quel monumento ricordi uno del sacrifici più alti della guerra di liberazione e nel contempo uno dei suoi più spietati errori». Se quindi, si trattò di «un errore e un eccidio troppo a lungo negato», «oggi più che mai – ha rimarcato Shaurli - quei valori della Osoppo spero possano servire a sedersi attorno a un tavolo per risolvere qualsiasi controversia facendo valere le proprie ragioni e ascoltando quelle degli altri, evitando la facile tentazione di tornare a manifestazioni di parte. Non bastano facili richiami a una memoria condivisa se vogliamo ricercare, proprio partendo da quei caduti, un “ethos” civile, un insieme di valori che partendo dal passato di questa straordinaria esperienza, anche nelle sue differenze, ci aiuti a costruire il futuro del Paese».
A Canebola, dopo la messa officiata da don Gianni Arduini, i discorsi sono stati della medaglia d’oro Paola Del Din, del presidente dell’Associazione volontari per la libertà di Treviso, Aldo Tognana, del vicesindaco di Udine, Vincenzo Martines, del presidente della Provincia, Pietro Fontanini. L’orazione ufficiale è stata curata dallo storico Giovanni Belardelli, professore ordinario di storia del pensiero politico all’università di Parma. Una delegazione è infine salita alle malghe per la deposizione di una corona...FACTORY   FRIUL KAISER TIPICA CASA FRIULI piano delle farcadizze faedis  udine italia__FEATURING BY  FRIUL  KAISER,

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Explore wonderful concepts from around the world!Esplorare concetti meravigliosi da tutto il mondo....factory  friul kaiser--friuli venezia  giulia piano delle farcadizze faedis italia  italy  italie_featuring  by friul kaiser Tipicamente Friulano”, Turismo Fvg che ha offerto un soggiorno in Friuli alla squadra spagnola, l’istituto Linussio di Tolmezzo e i suoi studenti al tavolo della giuria esaminatrice, il Consorzio dei Colli Orientali del Friuli che ha fornito i vini, il ristorante Matiz “Otto”, il ristorante Al Giardinetto, Dok Dall’Ava che ha fornito gli apprezzatissimi prosciutti, l’associazione allevatori Pezzata rossa italiana, l’associazione Brovada, il Consorzio del Figomoro di Caneva, il Consorzio tutela Montasio, la Blave di Mortean, l’associazione Troticoltori italiani, l’associazione Vallicoltori di Marano e Grado, il salumificio Uanetto, Dentesano; Jolanda de Colò.

mercoledì 1 febbraio 2012

Quando le cose sono in pericolo qualcuno deve rinunciare, perderle, affinché altri possano conservarle."FRIUL KAISER casa vacanze tipica casa friuli*

Quando le cose sono in pericolo qualcuno deve rinunciare, perderle, affinché altri possano conservarle.

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martedì 31 gennaio 2012

presentazione dei progetti di qualità da parte dei friulani "FRIUL KAISER casa vacanze tipica casa friuli*





Proroga al 31 gennaio 2012 per la presentazione dei progetti di qualità da parte dei friulani  interessati. Le domande dovranno essere inviate ...

bird-watcher Austria, Germania, Slovenia e Croazia in friuli venezia giulia

C’era solo l’imbarazzo della scelta nell’osservare all’Isola della Cona il variopinto tappeto colorato con una netta prevalenza del bianco, per la massiccia presenza delle oche selvatiche (circa 2mila) che, dopo aver svernato, per nidificare si preparano da febbraio a spiccare il volo verso i loro luoghi d’origine. È lo spettacolo che hanno potuto gustare i visitatori nelle passeggiate del fine settimana organizzate dall’associazione Co.Na. e la Sbic (Stazione biologica) in collaborazione con l’associazione “Il Mosaico” (che gestisce materialmente l’area protetta) per osservare l’incantevole spettacolo della moltitudine di uccelli che sostano alla foce dell’Isonzo. Se ne contano almeno 15mila. «Trovarsi immersi nella natura e lontani dai rumori della città – spiega la guida Nicoletta Perco – è uno spettacolo veramente incantevole. Poi se nell’escursione si riesce a osservare qualche rarità, allora la soddisfazione si può considerare doppia. Ovviamente le osservazioni avvengono a una distanza di sicurezza per non disturbare gli animali, altrimenti sentono rumori e scappano. In questo periodo la scena è meravigliosa anche a poca distanza dal centro visite. Basta fermarsi al primo osservatorio e vedere tutta l’immensa moltitudine di uccelli». Anche quest’anno i naturalisti della Stazione biologica della Cona stanno monitorando la massiccia presenza di volatili che, nonostante il freddo pungente, continuano a suscitare la curiosità di tanti appassionati e bird-watcher provenienti anche dall’estero (Austria, Germania, Slovenia e Croazia) armati di macchine fotografiche e potenti teleobiettivi per immortalare qualche raro esemplare. «Abbiamo osservato proprio nei giorni scorsi – afferma la naturalista Perco – quattro oche lombardelle minori , uccelli molto rari che arrivano dal Nord Europa e nidificano nella penisola scandinava. Erano mescolate assieme alla numerosa colonia delle oche lombardelle. Sono “saltate fuori” dopo un’attenta osservazione. In Europa ce ne sono solo 250 coppie». La naturalista ricorda che in questo periodo i visitatori, con l’enorme quantità di volatili presenti, possono individuare anche anatre quattrocchi, chiamate così perché hanno una macchia bianca dietro l’occhio, oppure le simpatiche anatre tuffatrici che amano andare sott’acqua o anche i cigni con il loro aspetto signorile. Inoltre, il bel tempo dei giorni scorsi ha tratto in inganno alcuni uccelli: pensano già alla riproduzione e costruiscono il nido. Sarà facile osservare, tra non molto, famigliole di animali con i loro piccoli passeggiare davanti al finestrone del bar. Lo scorso anno, sempre in questo periodo, nella Riserva si trovavano oltre ventimila uccelli, fra i quali eccezionalmente 4mila esemplari fra oche grigie, lombardelle, lombardelle minori, granaiole, zampe rosee, collorosse immortalate nelle immagini di Bruno Furlan. Una moltitudine tale di volatili difficilmente si può osservare nello stesso momento, specie per quanto riguarda le improvvise acrobazie in volo a “nuvola” con migliaia di esemplari.._by grand furlan_furlan ver _furlan rud__feat. by friul kaiser_.

FAEDIS piano delle farcadizze_feat. by friul kaiser

piano delle farcadizze_feat. by friul kaiser

domenica 29 gennaio 2012

I 3 giorni della Merla,tre giorni di gennaio, il 29, 30 e 31l-friul kaiser tipica casa friuli, * *



Secondo la tradizione popolare gli ultimi tre giorni di gennaio coincidono con i tre giorni più freddi dell'inverno.
Tanto che perfino la Merla, che un tempo aveva il piumaggio bianco, per riscaldarsi andò a ripararsi in un camino.
Il suo manto divenne grigio per la fuliggine e da allora rimase di tale colore.

softair e il paintball___friul kaiser tipicacasa friuli

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