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martedì 3 gennaio 2012
Tutto quello che non sopporto ha un nome.FRIUL KAISER casa vacanze tipica casa friuli*
Tutto quello che non sopporto ha un nome.
Non sopporto i vecchi. La loro bava. Le loro lamentele. La loro inutilità.
Peggio ancora quando cercano di rendersi utili. La loro dipendenza.
I loro rumori. Numerosi e ripetitivi. La loro aneddotica esasperata.
La centralità dei loro racconti. Il loro disprezzo verso le generazioni successive.
Ma non sopporto neanche le generazioni successive.
Non sopporto i vecchi quando sbraitano e pretendono il posto a sedere in autobus.
Non sopporto i giovani. La loro arroganza. La loro ostentazione di forza e gioventù.
La prosopopea dell'invincibilità eroica dei giovani è patetica.
Non sopporto i giovani impertinenti che non cedono il posto ai vecchi in autobus.
Non sopporto i teppisti. Le loro risate improvvise, scosciate ed inutili.
Il loro disprezzo verso il prossimo diverso. Ancor più insopportabili i giovani buoni, responsabili e
generosi. Tutto volontariato e preghiera. Tanta educazione e tanta morte. Nei loro cuori e nelle loro
teste.
Non sopporto i bambini capricciosi e autoreferenziali e i loro genitori ossessivi e referenziali solo
verso i bambini. Non sopporto i bambini che urlano e che piangono.
E quelli silenziosi mi inquietano, dunque non li sopporto. Non sopporto i lavoratori e i disoccupati
e l'ostentazione melliflua e spregiudicata della loro sfortuna divina.
Che divina non è. Solo mancanza di impegno.
Ma come sopportare quelli tutti dediti alla lotta, alla rivendicazione, al comizio facile e al sudore
diffuso sotto l'ascella? Impossibile sopportarli.
Non sopporto i manager. E non c'è bisogno nemmeno di spiegare il perché. Non sopporto i piccolo
borghesi, chiusi a guscio nel loro mondo stronzo. Alla guida della loro vita, la paura. La paura di
tutto ciò che non rientra in quel piccolo guscio. E quindi snob, senza conoscere neanche il
significato della parola.
Non sopporto i fidanzati, poiché ingombrano.
Non sopporto le fidanzate, poiché intervengono.
Non sopporto quelli di ampie vedute, tolleranti e spregiudicati.
Sempre corretti. Sempre perfetti. Sempre ineccepibili.
Tutto consentito, tranne l'omicidio.
Li critichi e loro ti ringraziano della critica. Li disprezzi e loro ti ringraziano bonariamente.
Insomma, mettono in difficoltà.
Perché boicottano la cattiveria.
Quindi, sono insopportabili.
Ti chiedono: "Come stai?" e vogliono saperlo veramente. Uno choc. Ma sotto l'interesse
disinteressato, da qualche parte, covano coltellate.
Ma non sopporto neanche quelli che non ti mettono mai in difficoltà. Sempre ubbidienti e
rassicuranti. Fedeli e ruffiani.
Non sopporto i giocatori di biliardo, i soprannomi, gli indecisi, i non fumatori, lo smog e l'aria
buona, i rappresentanti, di commercio, la pizza al taglio, i convenevoli, i cornetti con la cioccolata, i
falò, gli agenti di cambio, i parati a fiori, il commercio equo e solidale, il disordine, gli
ambientalisti, il senso civico, i gatti, i topi, le bevande analcoliche, le citofonate inaspettate, le
telefonate lunghe, coloro che dicono che un bicchiere di vino al giorno fa bene, coloro che fingono
di dimenticare il tuo nome, coloro che per difendersi dicono di essere dei professionisti, i compagni
di scuola che dopo trent'anni ti incontrano e ti chiamano per cognome, gli anziani che non perdono
mai occasione per ricordarti che loro hanno fatto la Resistenza, i figli sprovvisti che non hanno
nulla da fare e decidono di aprire una galleria d'arte, gli ex comunisti che perdono la testa per la
musica brasiliana, gli svampiti che dicono "intrigante", i modaioli che dicono "figata" e derivati, gli
sdolcinati che dicono bellino carino stupendo, gli ecumenici che chiamano tutti "amore", certe
bellezze che dicono "ti adoro", i fortunati che suonano ad orecchio, i finti disattenti che quando parli
non ascoltano, i superiori che giudicano, le femministe, i pendolari, i dolcificanti, gli stilisti, i
registi, le autoradio, i ballerini, i politici, gli scarponi da sci, gli adolescenti, i sottosegretari, le rime,
i cantanti rock attempati coi jeans attillati, gli scrittori boriosi e seriosi, i parenti, i fiori, i biondi, gli
inchini, le mensole, gli intellettuali, gli artisti di strada, le meduse, i maghi, i vip, gli stupratori, i
pedofili, tutti i circensi, gli operatori culturali, gli assistenti sociali, i divertimenti, gli amanti degli
animali, le cravatte, le risate finte, i provinciali, gli aliscafi, i collezionisti tutti, un gradino più in su
quelli di orologi, tutti gli hobby, i medici, i pazienti, il jazz, la pubblicità, i costruttori, le mamme,
gli spettatori di basket, tutti gli attori e tutte le attrici, la video arte, i luna park, gli sperimentalisti di
tutti i tipi, le zuppe, la pittura contemporanea, gli artigiani anziani nella loro bottega, i chitarristi
dilettanti, le statue nelle piazze, il baciamano, le beauty farm, i filosofi di bell'aspetto, le piscine con
troppo cloro, le alghe, i ladri, le anoressiche, le vacanze, le lettere d'amore, i preti e i chierichetti, le
supposte, la musica etnica, i finti rivoluzionari, le telline, i panda, l'acne, i percussionisti, le docce
con le tende, le voglie, i calli, i soprammobili, i nei, i vegetariani, i vedutisti, i cosmetici, i cantanti
lirici, i parigini, i pullover a collo alto, la musica al ristorante, le feste, i meeting, le case col
panorama, gli inglesismi, i neologismi, i figli di papà, i figli d'arte, i figli dei ricchi, i figli degli altri,
i musei, i sindaci dei comuni, tutti gli assessori, i manifestanti, la poesia, i salumieri, i gioiellieri, gli
antifurti, le catenine d'oro giallo, i leader, i gregari, le prostitute, le persone troppo basse o troppo
alte, i funerali, i peli, i telefonini, la burocrazia, le installazioni, le automobili di tutte le cilindrate, i
portachiavi, i cantautori, i giapponesi, i dirigenti, i razzisti e i tolleranti, i ciechi, la fòrmica, il rame,
l'ottone, il bambù, i cuochi in televisione, la folla, le creme abbronzanti, le lobby, gli slang, le
macchie, le mantenute, le cornucopie, i balbuzienti, i giovani vecchi e i vecchi giovani, gli snob, i
radicai chic, la chirurgia estetica, le tangenziali, le piante, i mocassini, i settari, i presentatori
televisivi, i nobili, i fili che si attorcigliano, le vallette, i comici, i giocatori di golf, la fantascienza, i
veterinari, le modelle, i rifugiati politici, gli ottusi, le spiagge bianchissime, le religioni
improvvisate e i loro seguaci, le mattonelle di seconda scelta, i testardi, i critici di professione, le
coppie lui giovane lei matura e viceversa, i maturi, tutte le persone col cappello, tutte le persone con
gli occhiali da sole, le lampade abbronzanti, gli incendi, i braccialetti, i raccomandati, i militari, i
tennisti scapestrati, i faziosi e i tifosi, i profumi da tabaccaio, i matrimoni, le barzellette, la prima
comunione, i massoni, la messa, coloro che fischiano, coloro che cantano all'improvviso, i rutti, gli
eroinomani, i Lions club, i cocainomani, i Rotary club, il turismo sessuale, il turismo, coloro che
detestano il turismo e dicono che loro sono "viaggiatori", coloro che parlano "per esperienza",
coloro che non hanno esperienza e vogliono parlare lo stesso, chi sa stare al mondo, le maestre
elementari, i malati di riunioni, i malati in generale, gli infermieri con gli zoccoli, ma perché devono
portare gli zoccoli?
Non sopporto i timidi, i logorroici, i finti misteriosi, i goffi, gli svampiti, gli estrosi, i vezzosi, i
pazzi, i geni, gli eroi, i sicuri di sé, i silenziosi, i valorosi, i meditabondi, i presuntuosi, i maleducati,
i coscienziosi, gli imprevedibili, i comprensivi, gli attenti, gli umili, gli esperti, gli appassionati, gli
ampollosi, gli eterni sorpresi, gli equi, gli inconcludenti, gli ermetici, i battutisti, i cinici, i paurosi, i
tracagnotti, i litigiosi, i superbi, i flemmatici, i millantatori, i preziosi, i vigorosi, i tragici, gli
svogliati, gli insicuri, i dubbiosi, i disincantati, i meravigliati, i vincenti, gli avari, i dimessi, i
trascurati, gli sdolcinati, i lamentosi, i lagnosi, i capricciosi, i viziati, i rumorosi, gli untuosi, i
bruschi, e tutti quelli che socializzano con relativa facilità.
Non sopporto la nostalgia, la normalità, la cattiveria, l'iperattività, la bulimia, la gentilezza, la
malinconia, la mestizia, l'intelligenza e la stupidità, la tracotanza, la rassegnazione, la vergogna,
l'arroganza, la simpatia, il doppiogiochismo, il menefreghismo, l'abuso di potere, l'inettitudine, la
sportività, la bontà d'animo, la religiosità, l'ostentazione, la curiosità e l'indifferenza, la messa in
scena, la realtà, la colpa, il minimalismo, la sobrietà e l'eccesso, la genericità, la falsità, la
responsabilità, la spensieratezza, l'eccitazione, la saggezza, la determinazione, l'autocompiacimento,
l'irresponsabilità, la correttezza, l'aridità, la serietà e la frivolezza, la pomposità, la necessarietà, la
miseria umana, la compassione, la tetraggine, la prevedibilità, l'incoscienza, la capziosità, la
rapidità, l'oscurità, la negligenza, la lentezza, la medietà, la velocità, l'ineluttabilità, l'esibizionismo,
l'entusiasmo, la sciatteria, la virtuosità, il dilettantismo, il professionismo, il decisionismo,
l'automobilismo, l'autonomia, la dipendenza, l'eleganza e la felicità.
Non sopporto niente e nessuno.
Neanche me stesso. Soprattutto me stesso.
Solo una cosa sopporto.
La sfumatura.
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