Il 13 dicembre coincideva anticamente con il solstizio d’inverno, momento in cui, in epoca precristiana, la gente si scambiava doni augurali in vista della nuova stagione. La notte tra il 12 e il 13 dicembre era la più lunga dell’anno. Ma dal mattino del 13, festa di Santa Lucia, il sole riprendeva a splendere di più: in maniera quasi impercettibile all’inizio (a Santa Lussia na’ ponta de ùcia), ma sempre un po’ di più passando i giorni (da Santa Lussia a Nadal on passo de gal). Anche il nome Lucia, singolare coincidenza, è collegato alla promessa di giorni più chiari, di nuova luce fisica e spirituale.
Alcune espressioni legate al mondo dei non vedenti sono molto antiche come il detto augurale del mendicante cieco “Santa Lucia ti conservi la vista” da cui è nata la scherzosa risposta “perché l’appetito ce l’hai”. Una bella tradizione è tutt’oggi viva in Danimarca e Svezia, sopravvissuta alla riforma protestante: il 13 dicembre una ragazza , vestita di bianco e con una corona di sette candele sul capo, percorre le strade dei villaggi scortata da compagne ugualmente vestite (chiamate “le lucie”) e distribuisce doni alle persone bisognose. E’ difficile stabilire quanto l’usanza precristiana abbia influito su questa ed altre tradizioni, certamente forte influenza ha avuto la vita stessa di Santa Lucia che, per vivere più coerentemente lo spirito del Vangelo, aveva distribuito tutti i suoi beni ai poveri di Siracusa.
Tradizioni diverse sono presenti in varie regioni italiane, in tanti paesi d’Europa e del mondo. “Gli occhi di Santa Lucia”: pasta, dolciumi, pane, molluschi portano questo nome e sono legati a tradizioni di vari paesi mediterranei. Anche in friuli ha una suggestiva e dolce tradizione con protagonista Santa Lucia: è lei che, accompagnata dal Castaldo e aiutata dall'asinello (musseto), la notte tra il 12 e 13 dicembre, porta i doni ai bambini buoni (ma anche carbone e una significativa bacchettina a quelli più birbanti!) entrando nelle case attraverso i camini. L’origine è antica, come testimoniano poesie e filastrocche in dialetto arcaico, tradizioni orali mai interrotte, avvenimenti provenienti da un lontano passato ma ancor oggi in essere. |
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